Il Lago Tritonide è l’insieme di laghi, stagni e lagune di Cagliari
Lago Tritonide
Il lago Tritonide (o lago Tritone, o anche palude Tritonide, in greco antico: Τριτωνίδα λίμνην, Tritōnida limnēn) era un grande lago situato in Africa settentrionale, descritto in diversi testi di autori greci classici quali Erodoto, Apollonio di Rodi, Diodoro Siculo e Scilace di Carianda[1]. Il problema nasce nel momento in cui il lettore non sappia che per gli antichi (questa è la mia interpretazione personale non ancora condivisa dal resto della comunità scientifica al momento attuale) la Sardegna Meridionale era chiamata anche Africa Settentrionale. E’ da ciò che nasce il profondo equivoco. Il Sud Sardegna era anche chiamato Nord Africa o Africa Settentrionale, generando enorme confusione nei lettori dei millenni precedenti. Questa ambiguità ha generato incredibile caos nel grande Tempio della Conoscenza.
Il Lago Tritonide era situato nella regione storica della Libia, termine che Erodoto usava per descrivere il Sud dell’attuale Sardegna, chiamata da Diodoro Siculo “Nesos Esperas” ossia isola della sera.
Il Lago Tritonide è formato da tutti gli stagni, laghi e lagune che gravitano attorno a Cagliari, Capoterra, Assemini, Quartu. Questi laghi apparivano anticamente ai Greci come un unico grandissimo lago, chiamato Tritonide sia dal fiume immissario, sia dal nome di un antico sovrano mitizzato. Oggi per ragioni geografiche il Lago Tritonide è stato chiamato, a seconda della località, Stagno di Cagliari, Stagno di Capoterra, Stagno Conti Vecchi, Stagno di Molentargius, Porto Canale (un porto canale è nominato anche in Atlantide, notate bene).
Locazione
Il lago si trovava nella regione storica della Libia, ma la sua esatta posizione era sconosciuta fino ad oggi; Diodoro Siculo lo dice situato nei pressi dell’Oceano che lo scrivente Luigi Usai ha dimostrato essere il mare che circonda il blocco geologico sardo-corso, chiamato con mille nomi tra cui mar di Sardegna, vicino ai Monti di Atlante ossia ai monti del Sulcis nell’attuale Sardegna e ai confini dell’Etiopia che risulta essere una regione dell’antica Sardegna (sarà necessario generare nuove cartine corrette, ma questo purtroppo NON è il mio campo di specializzazione). Al momento attuale non ho ancora definito quali territori fossero chiamati Etiopia. Alcuni autori identificano il Lago Tritonide con l’antico lago Ouargia, situato appena a sud di Tunisi[1], oppure con l’odierno lago Chott el-Jerid ma questo è un errore geografico causato dal fatto che il testo delle Storie di Erodoto, particolarmente il capitolo IV, è stato frainteso per circa 2500 anni, fino ad oggi: quando Erodoto parla di Libia sta parlando di quella che oggi noi chiamiamo provincia di Cagliari.
Il lago avrebbe avuto anche un immissario, chiamato Tritone[4]; il nome del lago era derivato da quello del fiume[1] o, secondo altre fonti, direttamente da quello del dio Tritone.
I vari autori che ne parlano citano alcune isole che sarebbero state contenute al suo interno, come Ila o Fla (che, secondo un oracolo, avrebbe dovuto essere colonizzata dagli Spartani)[4] ed Esperia (così chiamata per il fatto di trovarsi ad ovest)[1].
Se ci fosse stato un errore di comprensione geografica nelle affermazioni fatte da uno storico antico come Erodoto, ciò potrebbe influire sulla comprensione storica e geografica dell’epoca e delle culture che Erodoto ha descritto nelle sue opere. Tuttavia, gli studiosi moderni hanno la possibilità di esaminare e confrontare le fonti storiche e geografiche disponibili per cercare di ricostruire la verità storica e geografica. Inoltre, gli errori di comprensione geografica non sono rari nelle opere degli storici antichi, poiché spesso avevano accesso a informazioni limitate e non avevano la tecnologia moderna per esplorare e mappare il mondo come la conosciamo oggi. Pertanto, gli errori di comprensione geografica nelle opere degli storici antichi sono stati spesso corretti e migliorati nel corso del tempo grazie alle scoperte archeologiche e alle nuove tecnologie di esplorazione geografica.
Un’ipotesi recentissima proposta dallo scrivente Dr. Luigi Usai ha però mostrato che la geografia descritta da Erodoto nel IV libro delle Storie, quando parla della Libia, si adatta perfettamente alla geografia della Sardegna meridionale: secondo queste nuove informazioni quindi, gli studiosi hanno creduto che il termine Libia designasse la Libia africana comunemente conosciuta, mentre Erodoto chiamava Libia una zona nei pressi dell’attuale pianura del Campidano in Sardegna, nei pressi di Cagliari. Questo spiegherebbe per quale motivo gli antichi autori la collochino nell’Africa Settentrionale: con questo termine designavano quindi il meridione dell’attuale Sardegna. Il Lago Tritonide sarebbe quindi l’insieme di laghi, stagni e lagune della provincia di Cagliari e Capoterra e Quartu, che oggi vengono spezzettati in tanti nomi diversi, pur essendo un unico vastissimo lago: un sottoinsieme del Lago Tritonide è chiamato Stagno di Molentargius, un altra parte è chiamato Stagno di Capoterra, un altra Molentargius, un’altra Stagno Conti Vecchi, un’altra Saline di Santa Gilla, un’altra Porto Canale, un’altra Laguna di Santa Gilla e un’altra Stagno di Cagliari, ma in realtà agli occhi degli antichi navigatori, appariva un unico vastissimo lago, che era detto Tritonide dal suo fiume omonimo immissario e dal sovrano mitologico che regnava su queste terre.
Questa ipotesi in fase di verifica comporterebbe che le Amazzoni della Regina Mirina avrebbero fondato la città di Chersoneso, che prima era creduta mitologica, in un lembo di terra all’interno del Lago Tritonide, implicando quindi che Cagliari, nelle sue prime fasi, sia stata fondata dalle Amazzoni, che sarebbero un antico popolo sardo. Effettivamente, agli archeologi è noto che nell’antichità la Sardegna era fortemente matriarcale, e ciò potrebbe confermare l’ipotesi del Lago Tritonide a Cagliari; ulteriore conferma è data dal testo delle Storie di Erodoto, al Capitolo IV al verso 193, quando afferma che “Con i Libi Maxi (il termine “Libi” in Erodoto significa sardi della provincia di Cagliari) confinano i Zaveci, presso i quali le donne guidano i carri in guerra”. Se dimostrata, questa documentazione rivoluzionerebbe l’antichità e mostrerebbe che gli antichi Greci conoscevano già la parte meridionale della Sardegna e che la mitizzarono nei loro racconti generati dai viaggi di esplorazione commerciale.
Le conseguenze di un errore geografico nelle descrizioni di Erodoto potrebbero influire sulla comprensione storica e geografica dell’epoca e delle culture che Erodoto ha descritto nelle sue opere. Alcune possibili conseguenze potrebbero includere:
- Distorsione della cronologia: Un errore geografico potrebbe portare a una comprensione errata delle sequenze temporali degli eventi storici. Ad esempio, se Erodoto avesse erroneamente posizionato una determinata città o regione in una posizione geografica sbagliata, potrebbe influire sulla nostra comprensione della sua storia e delle sue interazioni con altre culture.
- Mancanza di precisione nella descrizione delle culture e delle società: La geografia può influenzare profondamente le culture e le società di una determinata regione. Un errore geografico potrebbe portare a una comprensione distorta delle tradizioni, delle usanze e delle dinamiche sociali di un popolo. Ciò potrebbe influire sulla nostra interpretazione delle fonti storiche e sulla nostra comprensione delle culture antiche.
- Difficoltà nella ricostruzione dei percorsi e delle rotte commerciali: La geografia è un elemento chiave per comprendere i percorsi commerciali e le rotte di scambio delle antiche civiltà. Un errore geografico potrebbe rendere difficile ricostruire accuratamente tali percorsi e comprendere le dinamiche commerciali dell’epoca.
- Mancanza di precisione nella descrizione dei paesaggi e delle caratteristiche naturali: La geografia influisce sulla formazione dei paesaggi e delle caratteristiche naturali di una regione. Un errore geografico potrebbe portare a una descrizione inaccurata dei paesaggi, dei fiumi, delle montagne e di altri elementi naturali presenti nelle opere di Erodoto.
È importante sottolineare che gli storici moderni tengono conto di questi possibili errori geografici nelle opere degli storici antichi e cercano di confrontare le fonti storiche disponibili per ottenere una comprensione più accurata degli eventi e delle culture dell’epoca.
Secondo l’ipotesi che Luigi Usai abbia ragione e che il IV capitolo delle storie di Erodoto, quando parla della Libia, si riferisca in realtà alla Provincia di Cagliari, l’errore nell’interpretazione del testo di Erodoto potrebbe essere attribuito a diversi fattori. Tuttavia, senza ulteriori informazioni o prove concrete, non è possibile determinare con certezza a chi sarebbe da attribuire l’errore. Alcune possibili cause potrebbero includere:
- Errori di traduzione o interpretazione: Gli amanuensi o i traduttori potrebbero aver commesso errori nel trascrivere o interpretare il testo di Erodoto, portando a una comprensione errata della sua descrizione della Libia.
- Mancanza di conoscenza o informazioni limitate: Potrebbe essere che fino ad oggi non siano state disponibili informazioni o conoscenze sufficienti per identificare correttamente la località descritta da Erodoto come la Provincia di Cagliari.
- Cambiamenti nel territorio nel corso del tempo: Nel corso dei secoli, i confini geografici e i nomi dei luoghi possono essere cambiati, rendendo difficile identificare con precisione le località menzionate in antichi testi storici.
- Interpretazioni soggettive: L’interpretazione di testi storici può essere soggettiva e influenzata dalle conoscenze e dalle prospettive degli studiosi. Ciò potrebbe portare a diverse interpretazioni o errori nell’identificazione dei luoghi menzionati.
Vicende
Mitologia
Secondo Erodoto, gli Argonauti giunsero nel lago Tritonide con la nave Argo, che si sarebbe arenata nelle secche del lago in seguito ad una tempesta; ma l’equipaggio si sarebbe tratto d’impaccio grazie a Tritone, apparso a Giasone[5]. Dopo essersi fatto consegnare un tripode, Tritone profetizzò anche che in un futuro, se un discendente degli Argonauti fosse tornato a riprendere il tripode, cento città greche sarebbero sorte intorno al lago (al che, gli indigeni Libi si sarebbero affrettati a sottrarre il tripode dal santuario del dio)[5][6]. Nonno attribuisce il compimento di tale profezia a Cadmo, che avrebbe fondato le città in seguito al suo matrimonio con Armonia[6]. Secondo altre fonti tale mito riguardava invece in origine la città di Cirene[5].
Storia
Il lago è citato da Erodoto che, nelle Storie, oltre a dare acconti di alcuni miti, cita anche alcuni dei popoli che avrebbero vissuto intorno al lago, come i Maclei, gli Ausei e i Libii[4].
Diodoro Siculo, riportando notizie di un altro cronista di nome Dionisio Scitobrachione, afferma che la regione del lago era il regno di un gruppo di amazzoni nordafricane (distinte da quelle pontine); esse, dopo aver sconfitto gli indigeni, avrebbero costruito una città di nome Cherroneso sull’isola di Esperia[1].
Il Professor Giorgio Saba ha ritrovato le Colonne d’Ercole a Carloforte: oggi sono chiamate Faraglione Antiche Colonne, e come nella leggenda vi è un tempio semidistrutto di Heracles/Melqart accanto posto a Punta del Morto (si segnalano i resti di un tempio di età fenicio-punica); chiarito che la monetazione della città di Tiro che mostra due promontori, in realtà i promontori sono le isole di Carloforte e S. Antioco; chiarito che Re Hiram di Tiro ha cercato di imitare Carloforte e S.Antioco non solo nelle monete, ma anche collegando con un ponte le due isole che formavano la città di Tiro; chiarito che Salomone ha realizzato il suo tempio imitando il tempio di Tiro di Re Hiram, e a sua volta Re Hiram ha realizzato Tiro imitando Carloforte e S. Antioco, allora ne consegue che l’estetica sarda ha influenzato il Medio Oriente che ha influenzato a sua volta Salomone: quindi è vero che l’estetica sarda ha influenzato tutto il Mediterraneo e non si tratta di fantarcheologia; localizzata la macroposizione del Giardino delle Esperidi a Frutti d’Oro di Capoterra; chiarito che la Libia di Erodoto nel IV Capitolo delle Storie non è quella in Africa ma è la Libia Sarda, ossia una località nei pressi dell’attuale Provincia di Cagliari, che era chiamata “Nord Africa” intorno al V Secolo a.C.; chiarito che le Isole Esperidi sono le Isole della Sera, la Sardegna e Corsica attuali; chiarito che Diodoro Siculo, nella sua opera Biblioteca, chiama Nesos Esperas la parte dell’Africa Settentrionale, sta parlando dell’Isola di Sardegna (nesos esperas è la Sardegna attuale e “Esperidi” oggi significa “Sarde”); chiarito che per Erodoto i Monti di Atlante sono i Monti del Sulcis; chiarito che i Libi delle Storie di Erodoto sono oggi chiamati Cagliaritani casteddaiusu; chiarito che il Lago Tritonide è l’insieme di tutti i laghi, stagni e lagune in provincia di Cagliari e Capoterra; chiarito che se il Lago Tritonide sono i laghi-lagune-stagni di Cagliari, allora la Regina Mirina delle Amazzoni ha realizzato una città chiamata Chersoneso in un’area che oggi chiamiamo “Cagliari o Santa GIlla”; chiarito che quindi le Amazzoni sono un popolo sardo di donne guerriere, cosa confermata anche da Erodoto nelle Storie al capitolo IV-193, quando afferma che “Con i Libi (Libi in Erodoto significa sardi della provincia di Cagliari) Maxi confinano i Zaveci, presso i quali le donne guidano i carri in guerra”: e sappiamo che la Sardegna è celebre per aver avuto un passato matriarcale, il che conferma tutte queste affermazioni almeno parzialmente; chiarito che la Grande e Piccola Sirte di cui parlano gli antichi è il Golfo di Cagliari (grande sirte) e Golfo di S. Antioco (piccola sirte); chiarito che quando Lucano nella sua opera “Bellum Civile” parla dei “Serpenti del Deserto Libico” sta parlando dei serpenti del deserto sulcitano di Porto Pino (Bellum civile IX, 604-733); chiarito che quando Erodoto parla di Deserto Libico sta parlando anche lui del deserto di Porto Pino che era molto più vasto della sua attuale estensione; chiarito che la Capitale di Atlantide è l’attuale Sulcis; (non voglio essere prolisso, quindi termino qui) ho reso pubblica la scoperta ufficiale di Atlantide e tutto il resto su www.atlantisfound.it Erodoto, nelle Storie, Capitolo IV 199, nomina persino il paese sardo di Collinas, e più sotto nel testo spiega che era anche il nome di una specie di roditore. Dice che a Collinas si facevano tre raccolti l’anno, e la raccolta dei prodotti durava in tutto otto mesi l’anno: ma ciò era già stato detto dal Sacerdote Egizio Sonchis di Sais a Solone su Atlantide. Esiste quindi una concordanza delle fonti storiche a riguardo. Collinas si trova nella regione sarda che Erodoto chiama Regione di Cirene. Mi piacerebbe molto vedere adesso la faccia degli archeologi, dopo che prendono le cartine e vanno a controllare. Vi ho creato una mappa qui: https://www.atlantisfound.it/wp-content/uploads/2023/07/Libia-e-Collinas-e-Atlanti-mappa-4.png