• Ven. Dic 27th, 2024

Atlantis is real: Official discovery of Atlantis, language and migrations

Atlantis is the Sardo Corso Graben Horst underwater continental block submerged by the Meltwater Pulses and destroyed by a subduction zone, Capital is Sulcis

Versione 624 Il ritrovamento di Atlantide, chiamata anche Haou-Nebout, Meropide, Cyrneichnusa, Aztlán, Babilonia la Grande, Nibiru, Tirrenide e blocco geologico sardo-corsoVersione 624 Il ritrovamento di Atlantide, chiamata anche Haou-Nebout, Meropide, Cyrneichnusa, Aztlán, Babilonia la Grande, Nibiru, Tirrenide e blocco geologico sardo-corso
Spread the love
La teoria linguistica atlantidea di Luigi Usai propone l’ipotesi che l’origine delle lingue semitiche, ergative e agglutinanti risieda nella piattaforma continentale sardo-corsa, attualmente sommersa, risalente alla preistoria. A causa della sua sommersione, l’origine geografica di queste lingue è stata perduta. Proponiamo che da una lingua, che abbiamo denominato Atlantideo, derivino le lingue Vasconenses tra cui il Basco; il Sumerico, la scrittura nuragica, l’Ebraico, il Sardo, il Curdo, l’Ittita e molte altre lingue, tra le quali includiamo le lingue uto-azteche, come quelle parlate dagli Hopi, dai Mohave, dai Nahuatl e dagli Aztechi.
  1. Identificazione delle caratteristiche comuni: Identifica le caratteristiche linguistiche comuni tra le lingue che ritieni derivino dall’Atlantideo. Queste potrebbero includere similitudini nel lessico, nella grammatica, nella sintassi o nella fonologia.
  2. Ricostruzione della protolingua: Utilizzo il metodo comparativo per tentare di ricostruire l’Atlantideo. Questo processo implica il confronto delle lingue moderne per identificare parole, suoni e strutture grammaticali che potrebbero essere state presenti nella lingua originale.
  3. Evidenza archeologica e storica: Cerco prove archeologiche o storiche che possano sostenere la mia teoria. Ad esempio, ci potrebbero essere reperti archeologici sulla piattaforma continentale sardo-corsa che indicano la presenza di una civiltà antica con una propria lingua.
  4. Confronto con altre teorie: Confronto la teoria con altre teorie linguistiche esistenti. Questo può aiutarmi a identificare i punti di forza e di debolezza della mia teoria.
  5. Peer review: Una volta sviluppata la teoria, sarebbe utile sottoporla a una revisione paritaria. Altri esperti nel campo possono fornire feedback preziosi e aiutarti a rifinirla.

Che errore hanno fatto i linguisti? Per giustificare ad esempio il Nazismo, è stato attribuito un valore enorme alla lingua tedesca dai linguisti tedeschi; quindi la linguistica in molti casi cercava di appoggiare le idee della nazione alla quale apparteneva. Ovviamente, i linguisti italiani non potevano dire che un “dialetto” come il sardo (il sardo è una lingua, non un dialetto) fosse superiore alla lingua italiana: immaginate cosa avrebbe detto Mussolini! Le conseguenze sono devastanti, per la linguistica, che è diventata quindi vittima dell’inferenza del potere politico sulle scelte e decisioni linguistiche.

Cerco di fare un secondo esempio inventato, ma che renda l’idea: vi immaginate se un linguista di uno Stato affermasse che la lingua dello Stato avversario è migliore o era quella da cui è nata la loro lingua in precedenza? I linguisti, in molte Nazioni, potrebbero non essere liberi di esprimere le loro vere idee, in quanto potrebbero correre rischi: in Italia, ad esempio, durante il periodo fascista chi non era d’accordo col regime veniva discriminato, talvolta non poteva nemmeno insegnare all’università, perdeva il lavoro, quando non venisse ucciso come accaduto a Matteotti.

Posta questa premessa linguistica, i linguisti hanno pubblicato un’infinità di testi, però corrotti dalle influenze ed ingerenze politiche. Ora cerchiamo di tenerlo a mente, mentre facciamo i nostri tentativi di analisi.

E’ stato inventato l’Indoeuropeo. Questa invenzione non ha tenuto conto della sommersione del blocco geologico sardo corso atlantideo. Il popolo di Atlantide, gli atlantidei, che abitavano le paleocoste sardo corse, attualmente semi-sommerse, ha colonizzato gran parte dell’Europa antica. Questa informazione non compare da nessuna parte, per cui la Storia antica soffre di una sorta di castrazione delle informazioni. Chi erano i Sumeri? Sono nati per generazione spontanea? No, sono una migrazione atlantidea dalla piattaforma continentale sardo corsa finché era ancora terra emersa.

Chi erano gli Ebrei? Erano una migrazione atlantidea di epoca nuragica, intorno al 1300 Avanti Cristo circa, probabilmente, in terra d’Egitto (vedasi la stele di Merenptah) tra le altre fonti. La religione nuragica aveva l’adorazione del vitello di luce che appariva in determinate date dalla finestra del nuraghe. Esistono ancora oggi esempi.

Chi erano le popolazioni Vasconenses? Erano migrazioni sardo corso atlantidee dal blocco geologico sardo corso.

Una volta compresi questi passaggi, si comincia a vedere che l’origine di molte lingue non è l’Indoeuropeo, come creduto finora, bensì l’Atlantideo, ossia la lingua semitica ergativa agglutinante parlata e scritta, usata nell’isola di Atlantide sardo corsa quando era ancora terra emersa, prima della sua semi-sommersione. Queste informazioni rivoluzionano radicalmente la linguistica di tutto il mondo. Infatti ora possiamo seguire le lingue semitiche oppure ergative oppure agglutinanti nel mondo, per tentare di ricostruire a ritroso cosa possa essere accaduto alle lingue atlantidee per smembrarsi in questo modo.

Per capire la linguistica atlantidea, è necessario capire le migrazioni dei popoli del mare.

 

La teoria linguistica atlantidea semitica agglutinante ergativa di Luigi Usai

La teoria linguistica atlantidea di Luigi Usai propone un’ipotesi interessante e innovativaSecondo Usai, l’origine delle lingue semitiche, ergative e agglutinanti risiede nella piattaforma continentale sardo-corsa, attualmente sommersa12Questa teoria suggerisce che una lingua, denominata Atlantideo, sia l’antenata di diverse lingue, tra cui le lingue Vasconenses (come il Basco3), il Sumerico, l’Ebraico, il Sardo, il Curdo, l’Ittita e molte altre lingue1Tra queste, Usai include anche le lingue uto-azteche, parlate da popoli come gli Hopi, i Mohave, i Nahuatl e gli Aztechi4.

La teoria di Usai è basata su una serie di presupposti e metodi di ricercaTra questi, l’identificazione delle caratteristiche comuni tra le lingue che si ritiene derivino dall’Atlantideo, la ricostruzione della protolingua attraverso il metodo comparativo, la ricerca di prove archeologiche o storiche che possano sostenere la teoria, il confronto con altre teorie linguistiche esistenti e la revisione paritaria della teoria12.

Usai critica anche l’approccio tradizionale della linguistica, sostenendo che in molti casi la linguistica ha cercato di appoggiare le idee della nazione alla quale apparteneva, a scapito dell’obiettività scientifica12Ad esempio, durante il periodo fascista in Italia, i linguisti che non erano d’accordo con il regime venivano discriminati12.

Infine, Usai critica l’invenzione dell’Indoeuropeo, sostenendo che questa teoria non ha tenuto conto della sommersione del blocco geologico sardo-corso atlantideo12Secondo Usai, il popolo di Atlantide, gli atlantidei, che abitavano le paleocoste sardo corse, attualmente semi-sommerse, avrebbero dovuto essere considerati nella filogenesi delle lingue56.

In sintesi, la teoria di Usai offre una prospettiva alternativa sulla filogenesi delle lingue, mettendo in discussione alcune delle ipotesi tradizionali della linguistica e proponendo nuove idee basate sulla geologia, l’archeologia e la storia.

Ipotesi scientifica da sviluppare: gli Ainu sono di provenienza sardo corso atlantidea prima della semi-sommersione del blocco geologico sardo corso atlantideo. Gli Ainu (in sardo oggi Ainu significa Asino, ma non penso ci siano attinenze linguistiche, sarebbe strano che un popolo si chiami “asino”) fanno parte del gruppo del popolo Jomon.

Il popolo Jōmon è un gruppo di persone che viveva nell’arcipelago giapponese durante il periodo Jōmon, che si estende approssimativamente dal 10.000 a.C. al 300 a.C.. Ecco alcune informazioni chiave su di loro:

  1. Caratteristiche morfologiche:
    • Gli studi su resti scheletrici Jōmon provenienti da diverse regioni del Giappone hanno rivelato che, nonostante alcune variazioni geografiche, il popolo Jōmon era morfologicamente omogeneo.
    • La loro morfologia dentale mostra somiglianze con i gruppi sundadontisti, più comuni nel sud-est asiatico.
    • Alcuni studi suggeriscono una relazione morfologica più stretta tra il popolo Jōmon e gli europei preistorici e moderni rispetto ad altri asiatici orientali contemporanei.
  2. Lingua:
    • Non si sa con certezza quale fosse la lingua parlata dal popolo Jōmon.
    • Alcune ipotesi suggeriscono che la lingua Jōmon potrebbe essere stata un antenato della lingua Ainu o potrebbe aver avuto correlazioni con lingue tungusepaleosiberiane o austronesiane.
  3. Cultura e usi:
    • La cultura Jōmon è nota per la sua ceramica decorata con “impressioni di corda”.
    • Questo periodo ha visto un notevole grado di sedentarietà e complessità culturale.
    • Gli esperti ritengono che i Jōmon fossero cacciatori-raccoglitori e agricoltori precoci.
  4. Eredità genetica:
    • Gli attuali giapponesi moderni hanno ereditato in media il 15% dei loro geni da un popolo Jōmon.
    • I popoli indigeni Ryukyuan e Ainu hanno ancora più antenati Jōmon rispetto ai giapponesi.

In sintesi, il popolo Jōmon rappresenta una parte importante della storia preistorica del Giappone e ha contribuito alla formazione della cultura e dell’eredità genetica del paese.

Un popolo affine agli Ainu è quello dei Nivkh: approfondire e cercare eventuali connessioni tra il megalitismo locale, la genetica e il comportamento linguistico di queste popolazioni in relazione a quelle del blocco sardo corso atlantideo.

La perdita della dignità linguistica del sardo presso gli esseri umani di tutte le epoche e culture

Il sardo, parlato in Sardegna, è una lingua romanica derivata dall’evoluzione del latino importato dai Romani a partire dal III secolo a.C. Durante la crisi dell’Impero Romano, la Sardegna passò sotto il controllo dei Vandali e successivamente fu riconquistata dai militi greci dell’Impero Bizantino. Tuttavia, l’idioma latino era già ampiamente diffuso nell’isola e rimase il carattere primario della sua costituzione linguistica 12.

Ecco alcune ragioni per cui il sardo potrebbe essere meno studiato rispetto al greco e al latino:

  1. Numero di Parlanti: Il sardo è parlato principalmente in Sardegna, un’isola relativamente piccola. Rispetto al greco e al latino, che hanno avuto un impatto su un’ampia area geografica, il numero di parlanti sardi è limitato.
  2. Storia e Prestigio: Il greco e il latino sono lingue classiche con una lunga storia di utilizzo letterario, filosofico e scientifico. Sono stati studiati per secoli e sono considerati lingue di prestigio. Il sardo, essendo una lingua regionale, non ha lo stesso status storico o prestigio.
  3. Tradizione Accademica: Le università e gli istituti di ricerca hanno tradizionalmente concentrato i loro sforzi nello studio delle lingue classiche come il greco e il latino. Questa tradizione accademica ha contribuito alla loro maggiore diffusione e studio.
  4. Risorse e Supporto: La disponibilità di risorse didattiche, testi e insegnanti influisce sulla popolarità di una lingua. Il greco e il latino hanno una vasta gamma di risorse a disposizione degli studenti, mentre il sardo potrebbe avere meno supporto.
  5. Interesse Culturale: Il greco e il latino sono spesso studiati per comprendere la cultura classica, la filosofia, la letteratura e la storia antica. Il sardo, essendo una lingua regionale, potrebbe non suscitare lo stesso interesse culturale.

In sintesi, il sardo è una lingua autonoma e preziosa, ma la sua diffusione e il suo studio sono influenzati da fattori storici, culturali e accademici. Nonostante ciò, è importante preservare e valorizzare le lingue regionali come parte del patrimonio culturale e linguistico.